Ad ogni persona è capitato nel corso della propria vita di sperimentare qualche preoccupazione, ad esempio per la propria condizione lavorativa, o per la propria famiglia o ancora per un esame,ecc… ma nonostante il disagio e l’ansia che, in alcuni momenti, si può provare, ciò fa parte della quotidianità. Diverso è, invece, se la mente è invasa da continui pensieri o immagini che causano una preoccupazione costante fino al punto da far sentire chi li esperisce quasi assediato.
Quando tutto dilaga e diventa privo di una base razionale non si parla più di preoccupazioni, ma di ossessioni.
Le ossessioni si possono quindi definire pensieri, impulsi o immagini a carattere invasivo e ripetitivo, che si presentano nonostante la mente li rifiuti e appaiono all’individuo come irrazionali, insensati e incontrollabili.
Sicuramente a molti è capitato di sentire l’esigenza di tornare indietro a controllare se il gas o le finestre erano state chiuse correttamente, o di sperimentare la sensazione di poter contrarre una malattia dopo l’utilizzo di un bagno pubblico o avere la paura di far male ad una persona cara, ecc… pensieri di questo tipo non costituiscono di per sé un problema, il problema si ha quando la persona entra in una morsa, dalla quale non riesce ad uscire e, che attiva sempre più continue rimuginazioni.
A tal proposito diventa necessario distinguere tra chi ha ossessioni e chi, invece, ha dei pensieri che si manifestano sotto forma di continue domande alle quali la persona cerca di dare una risposta, come nel caso del dubbio patologico. Infatti mentre nel dubbio patologico la persona cade in un circolo vizioso di domande e risposte, in cui la risposta non soddisfa la domanda e per questo produrrà un’altra domanda e poi ancora un’altra risposta e così via all’infinito, nel caso delle ossessioni è, invece, presente un continuo pensare e rimuginare su determinate cose.
Tanto più un pensiero è vissuto come sgradevole o terrificante tanto più la persona cercherà di combatterlo scacciandolo dalla mente, e nonostante le buone intenzioni ciò che ottiene è esattamente il contrario. Le ossessioni, infatti, sono in parte create e in parte mantenute da un meccanismo paradossale, per cui più si cerca di combattere, di resistere, di distrarsi provando a pensare ad altro più queste si manifestano. Anche il tentativo di coinvolgere familiari e amici comunicando loro ciò che avviene nella mente non risolve la situazione anzi fa si che le ossessioni si alimentino, e alla fine ognuna di queste modalità diventi la ricetta per stare peggio e incrementare i pensieri ossessivi.
Una prima strategia fondamentale da adottare è, dunque, quella di smettere di combattere i pensieri ossessivi infatti più la persona cerca di portare la mente altrove più questa, quasi come un boomerang, la riporta a ciò che non vuole pensare.
Per tentare di capire meglio possiamo fare un piccolo esperimento.
Supponiamo che io vi chieda di non pensare ad un elefante, sono certa che, in maniera del tutto irrazionale l’immagine dell’elefante apparirà nella vostra mente.
Se, invece vi chiedo di pensare intensamente all’immagine di un elefante, probabilmente dopo i primi istanti la vostra mente andrà altrove.
Ecco quindi spiegato il motivo per cui è necessario non combattere ma assecondare le ossessioni, perché solo così inizieranno a diminuire di intensità e durata.
Ma se ciò non bastasse è opportuno chiedere aiuto ad un professionista.
“Il miglior combattente è colui che è capace di vincere senza combattere” Sun Zu
Dott.ssa Valentina Guarasci – Psicologi Carrara
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