Ogni persona nel corso della propria vita è portata a porsi interrogativi o dubbi, questo oltre ad essere un tratto essenziale della nostra natura è anche il modo con cui gestiamo la realtà e progrediamo nelle nostre abilità. Il dubbio è sicuramente indice di una mente duttile e riflessiva, ciò che fa la differenza, però, è la modalità con cui ci poniamo dubbi e domande e quella con cui cerchiamo le risposte.
Quando dubbi e domande invadono intere giornate e talvolta sconfinano anche nelle nottate, divenendo una presenza angosciante e soffocante, allora qualcosa non va, infatti il pensare troppo e in maniera scorretta spesso può creare dei problemi.
Il dubbio patologico, è una forma di disturbo ossessivo che, conduce chi ne è affetto, attraverso uno stancante e razionale lavorio mentale, alla continua ricerca di rassicurazioni e risposte con lo scopo di trovare la soluzione/risposta perfetta rispetto al dubbio stesso.
Sostanzialmente la persona cade in un groviglio mentale fatto da continui dubbi o domande a cui cerca di trovare una risposta, ma ogni risposta non fa altro che generare un nuovo dubbio; in più i successivi e conseguenti tentativi di risposta produrranno una sorta di effetto a catena che pian piano ingarbuglierà sempre più la mente, sino al punto di rimanere immobilizzati non riuscendo a trovare una risposta soddisfacente.
Per comprendere al meglio quanto accade ipotizziamo che una mamma con un bimbo piccolo, una sera colta dalla stanchezza della giornata, reagisca perdendo il controllo di fronte all’ennesimo capriccio del figlioletto e che dopo la reazione aggressiva inizi a domandarsi: “E se io facessi del male a mio figlio?”. Questo pensiero alimenterebbe la condizione per cui di fronte ad un dubbio da sciogliere, attraverso una serie di razionalizzazioni, la mamma cerca di spiegarsi che ciò non potrebbe accadere, che nonostante tutto è una buona madre e così via.. ma razionalizzazione dopo razionalizzazione senza rendersene conto la donna in questione alimenta sempre più il flusso di domande/risposte, domande/risposte… entrando in un labirinto mentale senza via d’uscita.
È da dire che i dubbi possono riguardare differenti contenuti e coinvolgere i diversi ambiti della vita, possono riferirsi al passato, al presente o al futuro.
Molto frequentemente capita di scontrarsi con dubbi che riguardano problemi amorosi: “Sono innamorata o no?”, Sarà la persona giusta?”, “Sarà leale o mi tradirà?”… dubbi che riguardano le proprie tendenze sessuali: “E se fossi omosessuale?” “Sono omosessuale o eterosessuale?”… o che riguardano la quotidianità: “Domani potrei ammalarmi?” “ Starò male o no?” “Devo continuare questo lavoro o no?” Ecc…
I dubbi che la persona si pone di per sé non sono sani o insani, i dubbi diventano patologici quando la persona mette in atto una estenuante ricerca di risposte arrivando a porre al vaglio della ragione le sensazioni provate. È il controllo delle proprie sensazioni che non farà altro che alterare la percezione stessa e di conseguenza le sensazioni, facendo sperimentare sempre più un senso di confusione e sofferenza mentale. Il pensiero così diventa il nemico numero uno che intrappola in un vortice senza fine!
In molti casi, inoltre, per uscire labirinto di domande e risposte, la persona attua la tentata soluzione del “cercare di non pensare”, del chiedere rassicurazioni alle persona care, o del distrarsi, ma ciò non fa altro che alimentare la catena di dubbi.
A fronte di quanto scritto obiettivo primario dell’intervento strategico è quello di interrompere il circolo vizioso dato dalle continue domande/risposte – domande/risposte che pervadono la quotidianità. Attraverso modalità costruite ad hoc si porterà la persona ad attivare le proprie risorse e a superare completamente e definitivamente l’ossessione mentale.
“Non esistono risposte corrette a domande scorrette” Kant
Dott.ssa Valentina Guarasci – Psicologa Viareggio
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