Alcuni eventi sono talmente forti da sostenere da creare una netta demarcazione tra ciò che è stato e tra ciò che sarà. Quando la persona diventa prigioniera del passato, che vive costantemente nel presente, sentimenti quali dolore e rabbia pervadono la mente assieme a pensieri, immagini e flashback dell’evento traumatico che spesso appaiono in maniera improvvisa portando con se sensazioni negative.
La parola “trauma” (in latino vulnus, cioè “ferita”) è molto spesso usata nel linguaggio quotidiano per far riferimento ad un esperienza dolorosa che la persona vive o ha vissuto; esperienza che lascia, sia a livello fisico che psichico, un segno profondo e duraturo. Calamità, terremoti, sciagure, incidenti, ma non solo essere vittima o assistere a violenze fisiche o sessuali, o ancora subire un lutto improvviso sono eventi talmente forti da creare una netta demarcazione tra ciò che è stato e tra ciò che sarà. Nonostante il nostro corpo e la nostra mente per natura siano attrezzate a reagire agli stress estremi che tali situazioni scatenano, alle volte, accade che il dolore prevalga provocando effetti contrastanti soprattutto in relazione alle circostanze e alle persone che vivono l’evento traumatico stesso.
Quando il trauma si fissa nella mente di chi l’ha vissuto invalidando lo svolgersi della vita possiamo parlare di disturbo post traumatico da stress.
In particolare la persona diventa prigioniera del passato che vive costantemente nel presente; sentimenti quali dolore e rabbia pervadono la mente assieme a pensieri, immagini e flashback dell’evento traumatico che spesso appaiono in maniera improvvisa portando con sé sensazioni negative (angoscia, ansia, paura,…).
Nello specifico secondo le linee guida del DSM-IV-TR il disturbo post-traumatico da stress si presenta secondo i seguenti parametri:
Nota: Nei bambini questo può essere espresso con comportamento disorganizzato o agitato.
Nota: Nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti il trauma.
Nota: Nei bambini possono essere presenti sogni spaventosi senza un contenuto riconoscibile.
Nota: Nei bambini piccoli possono manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma.
Specificare se: Acuto: se la durata dei sintomi è inferiore a 3 mesi; Cronico: se la durata dei sintomi è 3 mesi o più; A esordio ritardato: se l’esordio dei sintomi avviene almeno 6 mesi dopo l’evento stressante.
La persona vittima di un trauma solitamente mette in atto una serie di strategie, che possono essere scelte sia in maniera razionale o spontanea, che però rivelandosi disfunzionali non fa
nno altro che riportare alla mente il ricordo dell’evento.
In particolare dopo aver vissuto l’esperienza traumatica, la persona, sentendosi vulnerabile, inizia a mettere in atto un costante tentativo di controllare i propri pensieri con l’intento di cancellare il trauma vissuto, ma il cercare di non pensare o di dimenticare tenendo sotto controllo tutte le sensazioni negative finisce per legare sempre più la persona al trauma, dal momento che “pensare di non pensare è già pensare”.
Sempre nel tentativo scacciare il trauma dalla memoria alcune persone cominciano ad evitare tutte quelle situazioni potenzialmente collegate con l’evento traumatico; l’effetto di ogni evitamento è però quello di costruire una serie progressiva di evitamenti che imprimono sempre più il trauma nella memoria e che portano poi alla conferma della pericolosità di situazioni che in realtà non sono affatto connesse ad esso.
Una volta innescato tale circolo vizioso la persona per far fronte alla situazione può chiedere costante rassicurazione o aiuto agli altri. Gli altri possono essere coinvolti nel tentativo di ricevere una spiegazione a quanto accaduto o per cercare di dargli un senso (meccanismo della “creazione del senso”: Perché è accaduto?, Perché proprio a me?”…), ma questo spesso porta ad ingabbiarsi in un susseguirsi di domande-risposte che finiscono solo per danneggiare la persona stessa e l’intero sistema in cui vive.
non è semplice lasciarsi andare al dolore, alla rabbia e ai ricordi legati al trauma è comunque indispensabile farlo per superare un’esperienza traumatica. L’approccio strategico breve grazie alla costruzione di un protocollo specifico lavora proprio sulle modalità di reazione fallimentari, con l’intento di rompere il circolo vizioso, ricollocando il passato nel passato, così da permettere alla persona di andare avanti e di riappropriarsi del proprio futuro.
“Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati” Hemingway
Dott.ssa Valentina Guarasci – Psicologa Versilia
Bibliografia:
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