Quante volte ti sei ritrovato a pronunciare dei SI che mai avresti voluto dire? Quante le volte in cui hai sentito di dover fare una determinata cosa o di comportarti in un determinato modo solo per l’idea di dovere rispettare le aspettative degli altri o ancora guidato dalla paura di non essere ben visto?
E allora “puoi per piacere mandare questa mail al posto mio?”, “puoi occuparti tu di questa cosa?”, “puoi passare tu a prendere i ragazzi?”, “puoi fermarti a lavoro qualche ora in più” … insomma finisci per dire sempre SI, SI e SI anche quando vorresti dire NO?
Bene, scopriamo assieme come poter cambiare questa mal sana abitudine e imparare a dire di NO!
I motivi che spingono a dire di SI sono tanti, il primo fra tutti che ci guida da sempre è l’apprendimento. Da bambini, infatti, veniamo educati con l’idea che è necessario essere disponibili verso gli altri, pena fare i conti con i sensi di colpa o ancora con la paura di rimanere da soli. Del resto Aristotele insegna che “l’uomo è un animale sociale” e dunque abbiamo bisogno del confronto con gli altri per evolverci. E in generale, ammettiamolo, a tutti piace in qualche misura compiacere gli altri, essere generosi e disponibili. Tuttavia c’è una sottile ma importante differenza tra dire di SI e non riuscire a dire di NO.
Chi non è capace di considerare le proprie esigenze finisce per mettere in primo piano costantemente quelle degli altri e così, con il tempo, si sentirà intrappolato. Intrappolato in una morsa che la persona stessa ha creato e che continua a stringere ogni qualvolta dice SI anche se vorrebbe dire di NO. Ogni qualvolta la paura irrazionale del NO diventa imperante, fa si che non ci sia più equilibrio tra l’essere disponibili e generosi e noi stessi.
Imparare a dire di no non vuol dire trasformarsi in persone egoiste o indifferenti agli altri, ma vuol dire saper porre dei limiti sani alle pretese che le persone hanno.
Imparare a dire di NO aiuta a coltivare e incentivare il proprio senso di autoefficacia. Albert Bandura a tal proposito definisce l’autoefficacia come la capacità di percepirsi in grado di saper gestire determinare situazioni e aspetti psicologici o sociali. Ma quando di fronte ad una richiesta si finisce per dire di SI anche quando si vorrebbe dire di NO, poi quale è la percezione che la persona costruisce di se stessa? Come ci si può sentire?
Chi non è in grado di considerare i propri bisogni e finisce per mettere sempre in primo piano quelli degli altri rischia pian piano di sviluppare la sensazione di essere imprigionato in una gabbia. Gabbia che, in fin dei conti, si è costruirti da soli, dove ogni SI agli altri diventa un NO a se stessi.
Innanzitutto importante tenere in considerazione che dire di SI è diventata un’abitudine appresa, in quanto ripetuta nel tempo. Imparare a dire di NO quindi deve essere considerato alla stregua di un vero e proprio apprendimento. Apprendimento che se ripetuto nel tempo può permettere di uscire dalla rigida gabbia che si è costruita.
GRADUALITA’: per introdurre qualsiasi cambiamento nel nostro repertorio comportamentale è necessario darsi del tempo e ciò diventa ancor più vero di fronte ad una persona abituata a dire costantemente di SI. Dunque una prima importante strategia è quella di compiere dei piccoli passi graduali.
COMUNICAZIONE: i modi per di No possono essere tanti, quelli che calzano a chi dice sempre o quasi di SI pochi. Spesso, infatti, il solo pensare di doversi esporre dicendo di No può generare frustrazione, spaesamento e senso di colpa. Dunque, trovare una giusta strategia comunicativa per imparare a dire di No in maniera efficace diventa indispensabile. A tal proposito un’utile strategica è cominciare a rispondere con dei piccoli rifiuti attraverso la formula del “vorrei ma non posso”.
RALLENTARE: ovvero in quelle situazioni in cui scatterebbe in automatico il SI funzionale può essere prendere tempo. Questa modalità può permettere di gestire differentemente l’interazione con chi fa delle richieste e di evitare di farsi cogliere impreparati.
Infine ricorda che…
imparare a dire NO non vuol dire non prendersi cura degli altri, ma vuol dire imparare a scegliere, imparare a gestire invece che subire la relazione con gli altri. Fino a scoprire che le reazioni di chi riceve un NO non sono così catastrofiche come si pensava e soprattutto che è possibile creare relazioni vere e sane basate su un sano ed equilibrato scambio reciproco.
Branden, N. (2006). I sei pilastri dell’autostima. Milano: Editore Tea.
Sellin, R. (2015). Le persone sensibili sanno dire di no. Milano: Edizioni Feltrinelli.
Monbourquette, J. (2002). Dalla stima di sé alla stima del sé. Firenze: Edizioni Paoline.
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